Oggi vorrei tanto scrivere di come, senza stupore, talvolta si venga avvolti da parole leggere, che pur sottili hanno la capacità di escludere pericolosamente l’aria intorno a noi.
Di come certe voci, avulse da un sottofondo confuso, abbiano saputo stagliarsi brillanti e ancora una volta nel buio.
Di occhi che non fuggono e di mani lontane, che da giochi d’ombra creano figure consapevoli e tangibili. Di come tutto ciò possa isolare, e lo so.
Vorrei raccontare di come il cercarsi tra la gente possa diventare una pratica benevola o appena disturbante, della bellezza rotonda della semplicità se mischiata all’acqua fresca..
Di come ancora una volta ho preferito andarmene senza pensarci più.
E della musica che non si faceva più sentire.
E di tuttò ciò che ora, sembra di una gravità sopportabile.